Il Calcolitico
Il passaggio dal Neolitico al Calcolitico (da chalcos, rame e lithos, pietra) o età del rame è segnato da un evento destinato a imprimere una svolta epocale nella vita dell’uomo: l’estrazione e la lavorazione dei metalli (inizialmente il rame). In questa fase, detta anche eneolitico (Età del Bronzo) e databile all’incircatra il 2900 e il 1800 a.C., si continua a utilizzare la pietra per fabbricare utensili.
Nel corso del Calcolitico si diffonde, nel nord del Marocco la facies del Vaso Campaniforme, una cultura attestata in tutta l’Europa e, in parte, nell’Africa settentrionale, nel corso dell’età del rame; essa prende il nome dall’elemento che la caratterizza: il bicchiere dalla forma a campana rovesciata, di accurata fattura e decorato con motivi geometrici impressi e disposti in fasce orizzontali.
In questa prima età dei metalli gli apporti culturali esternisono evidenti: ceramiche della facies campaniforme del Marocco mostrano infatti stringenti affinità tipologiche con forme documentate in siti dell’Andalusia e del Portogallo; si tratta di indicazioni significative sulle relazioni tra gli autoctoni e la penisola iberica.
I manufatti ceramici non costituiscono l’unico elemento tipico del Calcolitico marocchino: essi sono talvolta associati a strumenti litici tecnologicamente avanzati (punte di freccia foliacee, bracciali da arciere o brassard) e a oggetti di rame (pugnali a linguetta, punte di lancia del tipo Palmela, lesine, asce).
Nella penisola tingitana la cultura del Vaso Campaniforme è presente nelle regioni costiere, atlantica (Mehdia, Dar es Soltane, Grotte dei Contrabbandieri presso Rabat) e mediterranea (Caf Taht el Gar a Tétouan, Gar Cahal, presso Ceuta), ma anche in quelle interne raggiungibili attraverso le vie fluviali.
Contatti iniziali parrebbero interessare il territorio intorno a Cap Spartel; tracce di capanne sono state rilevatepresso l’oued Tahadart e sull’altipiano di Anseur ben Aït; più all’interno stazioni di superficie sono attestate sulle sponde delle lagune.
La facies campaniforme coinvolge siti già frequentati nel Neolitico, come le grotte di Ras Achakar, Kaf Taht el Ghar, Ghar Cahal et Kaf Boussaria; esse hanno restituito vasellame ceramico, strumenti in rame e litici.
A una fase compresa tra il Neolitico Finale e gli inizi del Calcolitico è stato proposto di ricondurre una categoria di oggetti pertinenti alla sfera cultuale: si tratta di due figurine fittili rinvenute all’interno della grotta di Kaf Taht el Ghar (Tétouan).
D’altra parte, precedentemente alla diffusione della facies del Vaso Campaniforme, una fase di contatti con le culture calcolitiche pre-campaniformi del sud della penisola iberica aveva già avuto probabilmente luogo, come indicano le necropoli di El Kiffen (provincia di Casablanca) e di Rouazi-Skhirat (Rabat).
Se a partire dal Neolitico si intravedono una serie di contatti tra le due sponde dello Stretto, dal Calcolitico le influenze della penisola iberica sul Marocco sono più evidenti. La ceramica campaniforme del Marocco sarebbe interpretabile come risultato di scambi commerciali e non quale spia di spostamenti di genti dal sud della penisola iberica.
Per quanto riguarda gli oggetti in rame, considerate la posizione costiera di molti siti di provenienza e l’assenza di informazioni sullo sfruttamento delle miniere di rame del Marocco nell’Eneolitico, essi da parte di vari studiosi sono ritenuti importazioni dall’area iberica. Tuttavia la presenza di tali oggetti anche in zone interne, come mostrano recenti scoperte, potrebbe non escluderne una produzione locale.
Ma la via commerciale e culturale non doveva essere a senso unico se nella penisola iberica si riscontra la presenza di manufatti in avorio: si tratta quindi di reciproci scambi, dato che materie prime preziose come l’avorio (dell’elefante o dell’ippopotamo) dovevano essere esportate dall’Africa del Nord verso le regioni meridionali della Spagna e il Portogallo.
L’attestazione della cultura del Vaso Campaniforme in vari siti della penisola tingitana trova naturalmente le sue origini nella posizione privilegiata di questo territorio che, ponte tra due mari e due continenti, favoriva contatti e scambi.