Le necropoli della regione di Tangeri tra l’età fenicia e l’età punica
Nel territorio di Tangeri si trovano diverse necropoli rurali databili genericamente, sulla base dei corredi, tra il VII (per il carattere fenicio di gioielli quali gli orecchini a cestello) e il V s. a.C. (per l’assenza quasi esclusiva di ceramica attica).
Oltre a fornire indicazioni sulle usanze e rituali funerari, questi complessi hanno grande importanza perché rivelano l’esistenza di agglomerati rurali altrimenti ignoti.
Le necropoli della costa atlantica sinora note sono ubicate su un’altura che domina la spiaggia (Djebila) o su bassi rilievi (come Aïn Dalhia Kebira e Bouchet B, peraltro vicine) e lungo il bordo di lagune (Gandori, Malabata).
Le necropoli più estese sono quelle di Djebila e quella di Ain Dalhia Kebira. Il tipo più comune di sepoltura, è il cassone trapezoidale o rettangolare sovrastato da un tumulo di pietre, noto nella regione sin dall’età del Bronzo; meno diffusi sono la sepoltura a fossa rettangolare foderata da lastre in pietra, di tradizione fenicia e il sarcofago monolitico, che invece rivela l’influenza della cultura punica.
Oltre a tombe individuali sono presenti anche caveaux familiari e aree utilizzate esclusivamente per sepolture infantili.
La pratica di deporre il defunto in posizione rannicchiata, nota già nelle necropoli dell’età del Bronzo, si mantiene ed è la più frequente; l’inumazione in posizione distesa è documentata di rado nei sarcofagi, considerati più tardi.
Nella regione di Tangeri sono attestate inoltre sepolture più articolate e dalla datazione ancora controversa. La tomba ipogeica di Mogogha es Sisra, a 5 km a E di Tangeri, è costituita da una camera funeraria preceduta da una sorta di atrio rettangolare, entrambi dotati di nicchie e soffitto a doppio spiovente, la cui costruzione risale all’età fenicia (VII-VI s. a.C.), che venne utilizzata a lungo, come attesta il rinvenimento di materiali datati al II-I s. a.C.). Un altro caso è quello di una delle due tombe a camera (di età fenicia o punica) presso Ras Achakar (Cap Spartel), a SW di Tangeri, a pianta rettangolare, costruita con pietre ben squadrate e tetto piano.
Tra i materiali di corredo ricorre spesso, nelle tombe a cista, un vaso rituale a chardon di origine fenicia, accompagnato a volte da una coppa, al posto del quale sono presenti manufatti (di probabile produzione locale) provvisti di anse (anforette o brocche) o vasi fenici decorati con fasce dipinte in rosso. Nella maggior parte dei sarcofagi in una tomba costruita ad Ain Dalhia Kebira il recipiente rituale è sostituito dall’uovo di struzzo.
Elementi di corredo di tradizione fenicia e punica sono anche gli ornamenti personali (orecchini, anelli, spille in metallo, collane di conchiglie e in pasta vitrea), presenti in molte sepolture, gli amuleti e le uova di struzzo.
La presenza di strumenti quali le falci (tre a Djebila e tre a Ain Dalhia), si ricollega all’attività agricola, nelle tombe e all’interno di vasi, di grano e olive carbonizzati.
Le comunità che utilizzavano le necropoli della regione di Tangeri, pur influenzate dalla cultura fenicia (si pensi agli oggetti di ornamento personale), sembrano mantenere tradizioni funerarie proprie (come il tipo di sepolture e la posizione del defunto).