Il territorio in età fenicia

Le testimonianze sull’occupazione del territorio nel periodo fenicio sono costituite dalla presenza di aree funerarie e di abitati.

Le necropoli individuate nella regione di Tangeri indicano, peraltro anche per l’età punica, l’esistenza di insediamenti solo in qualche caso noti.

Rispetto agli abitati è difficile talvolta comprendere se si tratti di insediamenti fenici a carattere permanente o stagionale o se si tratti invece di abitati indigeni nei quali erano presenti importazioni fenicie. In qualche caso, come a Lixus, siamo certi di trovarci in presenza di fondazioni fenicie; in altri, come a Ceuta, la presenza levantina è importante. Alcuni insediamenti ritenuti autoctoni, infine, vennero a contatto con i Fenici come mostrano i materiali.

Nella regione atlantica della penisola tingitana è stato individuato e indagato (alla fine del secolo scorso) un modesto insediamento sul pianoro di Azib Slaoui, a 24 km da Lixus e a 5 km al NW di Ksar el Kbir. Oltre a una frequentazione preistorica del periodo della cultura campaniforme vi è stata riconosciuta una seconda fase di vita tra la seconda metà del VI e il III s. a.C. sulla base di ceramica a ingobbio rosso e di anfore (appartenenti a tipi del Mediterraneo occidentale). Questo sito è stato interpretato, grazie alla sua ubicazione, come un abitato indigeno sorto in relazione a Lixus; i legami tra questa colonia e il sito rurale di Azib Slaoui parrebbero testimoniati dalle affinità tra le rispettive produzioni ceramiche.

Per quanto concerne la costa mediterranea, oltre a un’occupazione arcaica a Sidi Abdeslam del Behar presso la foce del rio Martil, si registra l’insediamento di Kach Kouch nella valle dell’oued Laou. Non è chiaro se questo centro, situato su un’altura che domina la pianura alluvionale del fiume, a una distanza di 9 km dalla foce, sia una fondazione fenicia o indigena. Si ipotizza che l’abitato fosse costituito da capanne con struttura di legno e copertura di strami; silos scavati nella roccia erano compresi negli spazi domestici.

L’occupazione di Kach Kouch si pone tra VIII e VI s. a.C., periodo a cui risalgono le importazioni fenicie, quali (ceramica dipinta e a ingobbio rosso associate a ceramica modellata a mano levigata e graffita. Significativa è anche la presenza di contenitori da dispensa modellati a mano.

Un’altra forma di occupazione in età arcaica è documentata dal riuso della grotta di Caf Taht el Gahr (Tétouan), frequentata da età preistorica. La presenza di oggetti ceramici datati ai secoli VIII-VI s. a.C., due fenici (frammenti ingobbiati di rosso) e un terzo, prodotto a mano, d’imitazione indigena (vaso a chardon con ingobbio rosso), ha fatto ipotizzare un uso della grotta come santuario, in cui la ceramica costituirebbe una forma di offerta. Il rinvenimento di un pendente aureo riferibile ai secoli IV-III a.C. suggerisce una frequentazione anche più tarda della grotta.