Il Cromlech di M’zora
Situato a circa 15 km a sud-est di Asilah, il complesso monumentale di M’zora costituisce un esempio significativo dell’architettura megalitica del Marocco ed è uno dei più noti monumenti funerari della penisola tingitana. Risulta composto da due elementi distinti: un tumulo (50 m di diametro e 6 m di altezza massima) di forma pressoché circolare delimitato alla base da un muro di sostegno in blocchi rettangolari ben squadrati e messi in opera senza l’ausilio di malta; attorno al tumulo e breve distanza da esso un recinto (diametro: 58-59 m in senso E-W e54-56 in direzione N-S) costituito da 167 monoliti in arenaria (dei quali la maggior parte ancora in posto), alti in media circa 1,50 m e caratterizzati da forme differenti – a sezione circolare, ovale, rettangolare con gli angoli arrotondati – che tendono a restringersi verso la sommità. Di questi tre tipi di monoliti alcuni a sezione rettangolare si conservano (lungo una porzione di circonferenza di m 5,80) m nella parte nord del tumulo. Due di questi elementi, ubicati nella parte occidentale, si distinguono per le dimensioni considerevoli: uno chiamato El Outed (il picchetto) è alto più di 5 m e presenta un foro del diametro e delle profondità di 20 cm di diametro e di profondità sul lato E, l’altro ha un’altezza pari a 4,20 m.
Presso il centro del tumulo sono state rinvenute alcune lastre riconducibili verosimilmente a una camera funeraria.
A breve distanza da questo complesso era stata rilevata la presenza di altri monoliti ormai crollati: un gruppo di 16 a circa 50 m a NW, interpretati come parte di un analogo circolo e altri crollati a 150 m a N.
In assenza di informazioni degli scavi condotti in tempi non recenti (e di indicazioni sul corredo funerario) la datazione del tumulo è ancora dibattuta. Se il carattere monumentale ha permesso di stabilirne la relazione con il megalitismo iberico dell’Età del Bronzo, tuttavia la tecnica di lavorazione dei blocchi del muro del tumulo e il taglio regolare e accurato dei monoliti lasciano ipotizzare che esso possa essere stato costruito in un’epoca meno lontana, quella preromana, per un capo o un re mauro della regione.