Gli utensili del Calcolitico

Informazioni preziose sugli utensili più diffusi nel Calcolitico nella penisola tingitana vengono da grotte già frequentate nel Neolitico. Sono pressoché costanti i rinvenimenti di ceramiche della cultura del Vaso Campaniforme, caratterizzata da un vario repertorio decorativo, e di utensili in rame e litici, alcuni dei quali forniscono indicazioni sulle attività quotidiane.

La grotta degli Idoli (Achakar), ove per la prima volta in Marocco furono ritrovati manufatti appartenenti alla cultura del vaso campaniforme in Marocco, ha restituito un frammento ceramico di tale facies (decorato da quattro fasce orizzontali con tratti obliqui interrotte da spazi lisci) accompagnato da strumenti litici (punte di freccia, due larghe lame di selce, placchette sottili, di cui due forse utilizzate come pendenti o bracciali di arciere) e da un ago in osso.

Nella grotta di Gar Cahal (Ceuta) i manufatti ceramici del campaniforme, che mostrano la tipica decorazione a fasce campite con motivi diversi (quali tratti obliqui o chevrons), sono associati a oggetti di rame caratteristici di questa cultura, una punta di lancia (di Palmela) e un’ascia piatta, e ad utensili litici, quali un brassard in calcare e un pugnale di selce, simili a quelli associati ai vasi campaniformi della penisola iberica meridionale.

Anche un altro giacimento in grotta, quello di Kahf Taht el Ghar (Tétouan) presenta, oltre alla ceramica di cultura campaniforme (decorata da bande orizzontali con tratti ob1iqui punteggiati, distinti da bande non ornate, e da fasce di linee orizzontali o verticali punteggiate), alcuni elementi in rame: una lesina, un amo di dimensioni importanti (65 mm di lunghezza), una spilla e una piccola ascia piatta.