L'artigianato artistico a Tétouan
La lavorazione del cuoio, ancor oggi praticata a Tétouan e che la rese celebre, è attestata sin dall’epoca dei Mandhriti: le concerie si insediarono presso l’angolo nord orientale della città primitiva. La tradizione artigiana andalusa fu proseguita dagli esuli Mudejar e i Moriscos specialmente a Tétouan e a Chefchaouen e permane tuttora nella gioielleria e nei ricami di stile Chaouen, con appliques di cuoio e fili d’oro e d’argento, nei motivi a fiori in esagoni e a losanghe, con stelle angolari a 8 punte. Un nuovo stile, con la raffigurazione di fiori su seta o satin, venne introdotto nel ricamo alla fine del XVIII secolo: tipico delle aree periferiche dell’impero ottomano, giunse verosimilmente a Tétouan dall’Algeria e non se ne conoscono altri esempi in Marocco. L’influsso algerino si ritrova anche nel campo della gioielleria e nella grande diffusione del caffè, largamente importato. Un elemento essenziale sino a tempi recenti della parure della sposa era il ciondolo a forma di volatile (tayr), a volte bicefalo, frontale e coronato: è evidente che questa iconografia, che non rispetta l’interdizione islamica della rappresentazione degli esseri animati, è di chiara ascendenza cristiana e ricorda l’aquila asburgica. Anche le eleganti vesti femminili ebraiche, segnatamente la lunga gonna in velluto porpora o nero con ricami in oro, non trova riscontro nelle tradizioni locali.