L'architettura all'epoca dei Protettorati
L’architettura del periodo del Protettorato è estremamente varia e tutt’altro che unitaria; nei primi anni vennero importati modelli spagnoli senza adattarli alle realtà locali. Ad una fase eclettica iniziale, con sporadiche sovrapposizioni di art déco, seguirono realizzazioni nei più vari stili per edifici pubblici civili o militari, abitazioni di Spagnoli, Musulmani, Ebrei. Variavano gli aspetti formali, ma non si trasformavano l’architettura né le condizioni sociali delle costruzioni. Contrariamente a quanto avveniva nella Zona francese, il modello coloniale attingeva all’architettura moresca della Spagna stessa, in particolare alle architetture andaluse, segnatamente la moschea di Cordova e l’Alhambra di Granada. Il patrimonio ricevuto dagli Arabi veniva in qualche modo riesportato nelle terre di origine: caserme, stazioni ferroviarie, scuole, dispensari vennero edificati negli anni ’20 in questo stile. A questa corrente maggioritaria si affiancano, nei primi tre decenni del secolo, realizzazioni eclettiche e storiciste e gli edifici neobarocchi di Larache. A partire dagli anni ’30 iniziano quei cambiamenti che porteranno al modernismo: ricerca della semplicità, razionalizzazione degli spazi nelle abitazioni, impiego del cemento armato. Edifici in stile avanguardista vengono realizzati a Tétouan e nelle campagne, ma è Larache il centro di questa corrente, che verrà diffusa nel resto del Protettorato; vicino ad essa è il cosiddetto Art Déco Aerodinamico, il cui sviluppo si colloca durante la Seconda Repubblica: gli edifici devono imitare le macchine e gli elementi che li compongono vengono sottolineati dall’impiego di materiali diversi. Sotto il regime franchista prosegue il razionalismo, che non viene identificato con la Seconda Repubblica; uno dei capolavori di questa corrente è il Politecnico di Tétouan, i cui riferimenti ad A. Aalto sono palesi.
Il regime impose però, a partire dal 1944, un nuovo stile che sottolineasse il cambiamento politico: un’architettura monumentale classica, con torri angolari nello stile dell’Escorial, frontoni, colonne e paramenti in bugnato e largo uso della pietra. Negli anni’50 l’estetica di regime è in crisi e l’architettura esce dall’isolamento per collegarsi alle coeve realizzazioni europee.