L'età del Bronzo
Nell’Età del Bronzo (XIX-VIII s. a.C.) compaiono nella regione necropoli megalitiche e, tra i manufatti, ceramiche levigate e alcuni oggetti di metallo (bronzo). Oltre a queste assumono un particolare risalto le incisioni e i graffiti rupestri dell’Alto Atlante, la cui cronologia è tuttavia ancora dibattuta (anche se sono presumibilmente in relazione con le culture dell'Età del Bronzo dell'Europa atlantica): assieme alle raffigurazioni di armi (simili a manufatti iberici dell’età del bronzo), a quelle, stilizzate, umane e animali, esse attestano la conoscenza e la diffusione della metallurgia (o dei metalli) in Marocco.
In quest’epoca si assiste allo sviluppo del megalitismo che si impone in modo evidente nella penisola tingitana attraverso una serie di necropoli ubicate nella regione di Tangeri (quali El Mriès, Dar Kebira, Aïn Dalhia, necropoli Buchet, Mers). Esse mostrano elementi di novità nelle caratteristiche strutturali e nella composizione dei corredi: sono infatti costituite da cassoni litici (ciste); i defunti (inumati) giacciono in posizione laterale flessa; il corredo è costituito da ceramiche levigate e da alcuni oggetti in metallo (tra i quali spicca una lama di alabarda rinvenuta all’interno di una tomba bisoma di Mers).
Si tratta di complessi funerari costieri e sub-costieri che presentano affinità con le tradizioni culturali dell’Età del Bronzo iniziale della penisola iberica, in particolare della sua sponda oceanica.
Il litorale della regione di Tangeri viene così ad assumere una fisionomia molto particolare, un carattere “atlantico”, che si accentua proprio dall’Età del Bronzo. Se già durante il Neolitico la costa occidentale della penisola tingitana appariva partecipe dei mutamenti economici e tecnologici provenienti dal bacino del Mediterraneo, dal Calcolitico essa parrebbe instaurare relazioni con la penisola iberica meridionale (indicate ad esempio dalle ceramiche della cultura del Vaso Campaniforme), compresa la sponda atlantica, che si rafforzano nell’Età del Bronzo.
I rituali e le tecniche costruttive legati all’ambito funerario parrebbero mostrare che questi influssi esterni avevano coinvolto profondamente le comunità locali.
Nell’ambito del megalitismo, secondo alcuni studiosi, l’esempio più completo del Marocco sarebbe rappresentata dalla cinta di M'zora, la cui cronologia è tuttavia ancora in discussione.
Si riscontra inoltre sull’evoluzione tecnologica e culturale della costa occidentale della regione tingitana l’influenza della penisola iberica meridionale atlantica, che vantava una tecnologia metallurgica molto avanzata. Le relazioni tra i due continenti sono testimoniate dalla presenza di manufatti in bronzo nelle necropoli della regione di Tangeri (l’ascia votiva, oggetti di ornamento), ma anche più a sud presso la foce del Loukkos (una spada a lama a forma di pistillo), e trovano confronti nell’area iberica dell’Età del Bronzo.
Indicazioni indirette sugli abitati sono offerte dalle necropoli della regione di Tangeri sopra citate la cui ubicazione lascia intuire le vie di penetrazione verso zone con disponibilità di risorse naturali. Questo territorio aveva dunque attratto comunità che vivevano dei prodotti del mare e delle zone irrigue dell’interno.
Attraverso uno sviluppo costante che inizia dal Neolitico i gruppi umani della regione di Tangeri giunsero probabilmente a organizzare in modo differente il sistema insediativo nell’Età del Bronzo: in questo periodo l’occupazione si articola probabilmente in agglomerati collegati tra loro da percorsi che ricalcano presumibilmente i corsi d’acqua e le lagune.
La presenza di ceramiche nere levigate in grotte della penisola tingitana (Gar Cahal, Caf Taht el Gar, Achakar ed El Khril) testimonia la continuità di frequentazione di alcune di esse anche nell'Età del Bronzo.
Indicazioni sull’Età del Bronzo provengono dalla costa mediterranea della penisola tingitana: le indagini condotte a Ceuta, nella piazza della Cattedrale, hanno infatti rivelato la presenza di utensili in selce ricollegabili a gruppi umani autoctoni delle fasi finali dell’Età del Bronzo che forse convivevano con i Fenici, dei quali è stata messa in luce un’occupazione stabile. Questi ritrovamenti, riguardanti un abitato, potrebbero significare che per le attività produttive e domestiche persistesse l’uso degli strumenti tradizionali in pietra delle comunità indigene.