Beni Wattas

I Beni Wattas (Wattasidi) erano anch’essi berberi zeneti, prossimi dunque ai Merinidi, che si stanziarono nel Rif. Ricoprirono importanti incarichi alla corte merinide, appropriandosi di fatto del potere; nel 1420 il sultano Abu Said Uthman fu ucciso e Abu Zekri, fatto proclamare sultano il figlio fanciullo del defunto, iniziò di fatto a regnare col titolo di vizir. Cinque anni prima i Portoghesi, profittando dell’anarchia che regnava nel paese, avevano occupato Ceuta e tentarono inutilmente di prendere Tangeri nel 1437. Gli Arabi intanto si davano al saccheggio delle campagne e uccisero nel 1448 Abu Zekri che tentava di fermarli; gli successe come vizir uno dei suoi parenti, che perì nello stesso modo dieci anni dopo, cosicché il sultano merinide Abd Al Hakk, deciso ormai a regnare anche di fatto, fece uccidere il terzo vizir wattaside, figlio di Abu Zekri, e tutta la sua famiglia. Intanto Fès, sfuggita al controllo dei Merinidi, era governata dagli Shorfa idrisidi, uno dei quali, proclamato sovrano nel 1465, fece assassinare il sultano, ponendo fine anche nominalmente alla dinastia merinide. Muhammad Al Shaykh, uno dei due fratelli del vizir wattaside sopravvissuti alla strage della famiglia, si era rifugiato ad Arzila / Asilah, che fu presa dai Portoghesi nel 1471 insieme a Tangeri. L’anno seguente riprese Fès agli Idrisidi e fu proclamato sultano, il primo della dinastia; non venne comunque riconosciuto in tutto il territorio: Tétouan, Chefchaouen, Marrakesh e Debdou erano praticamente indipendenti e di fatto il regno di Muhammad Al Shaykh si limitava a Fès. Le città dello Stretto – Tangeri, Ksar Es Sghir, Ceuta - e della costa atlantica – Safi, Azemmour, Mazagan – erano sotto il controllo portoghese; il Sud era in mano agli Shorfa Saadidi. Egli tentò di imporre riforme irrinunciabili e rinnovò il makhzen (l’organizzazione amministrativa) che fu costituito, come l’esercito e la sua guardia, da Arabi, ma fallì. Gli successe il figlio Muhammad detto Al Burtughali, il Portoghese, perché era stato portato in quel paese nel 1471, che accolse a corte due figli dello sharif saadida, ma essi vennero richiamati dal padre e nel 1522 occuparono Marrakesh fondandovi un regno autonomo. Intanto nel 1492 i “Re Cattolici” avevano preso Granada, segnando la fine di Al Andalus, che comportò una massiccia immigrazione di musulmani andalusi, ben presto scontenti di non essere stati integrati nel sistema di potere. La dinastia dei Wattasidi era destinata a soccombere a causa della presenza portoghese, delle forze centripete e dell’avanzata dei Saadidi, alle quali non aveva saputo far fronte; il suo peso religioso, inoltre, non era sufficiente a sostenerne il potere e crebbe l’influenza sulla popolazione dei marabutti, che giocarono un ruolo di primo piano nella resistenza contro i Portoghesi, incitando al jihad (guerra santa) contro gli invasori cristiani. Nel 1549 Fès viene presa dai Saadidi e il sultano wattaside Ahmad Al Wattasi è messo a morte nel 1551 assieme al figlio; l’effimero ritorno al potere dell’ultimo pretendente (fratello di Al Burtughali, alla cui morte aveva governato per qualche mese perché subito deposto dal nipote Ahmad al-Wattasi), che aveva chiesto aiuto a Carlo V e al re del Portogallo, comportò la presa di Fès nel 1549, ma si concluse nel settembre dello stesso anno con la morte dell’ultimo sovrano.