L'artigianato artistico sotto gli Alawiti
Tétouan divenne famosa per la fabbricazione delle armi, dei tappeti, delle ceramiche, del legno dipinto e per la lavorazione della seta e del cuoio. Quest’ultima assunse una grande importanza sotto il regno di Mulay Sliman: gli artigiani ad essa legati (conciatori, tintori) occupavano un intero quartiere intorno al quale erano le botteghe dove si effettuavano le finiture, l’incrostazione e il ricamo. Le babbucce venivano esportate nel Maghreb, in Spagna e in Oriente; le tribù vicine si rifornivano a Tétouan di borse, selle e corregge, mentre la popolazione cittadina acquistava cuscini e altri oggetti decorati con fili d’oro e d’argento. Gli Ebrei ricamavano con questi fili cuoio e velluto seguendo sempre gli stessi schemi. La seta era prodotta localmente e veniva anche importata dal Vicino Oriente, dalla Spagna e infine dalla Francia. Le armi bianche (sbula, coltello a lama corta dritta; khanjar, grande coltello da parata; kumiya, pugnale a lama ricurva) e quelle da fuoco erano di grande pregio: il calcio dei fucili era lavorato con gusto e perizia, con motivi floreali o astratti a incrostazioni d’argento e avorio. Armi da parata venivano offerte dai sovrani Alawiti ai capi di stato europei.