Il periodo vandalo
All’inizio del V secolo le autorità romane non sono più in grado di controllare l’Africa del nord: le difficoltà economiche e sociali unite ai dissensi religiosi e, in particolare, le rivalità politiche interne ed esterne, determinano una situazione di grande insicurezza. Nel 429, Genserico, il re dei Vandali, seguito dal suo popolo, circa 80.000 persone, arriva in Africa a Tangeri, dopo aver attraversato lo stretto di Gibilterra. Cartagine cade nelle mani dei Vandali nel mese di ottobre dell’anno 439.
Per un secolo l’Africa del nord rimane sotto la dominazione dei Vandali. Le terre vengono confiscate, la chiesa cattolica perseguitata. Le terre imperiali divengono proprietà reali, sfruttate a favore del re e dei suoi funzionari. Le ricche terre della Zeugitania, la pianura di Tunisi e la regione di Zaghouan vengono cedute ai principi e ai membri della famiglia del re. Altrove le terre sono di proprietà dello Stato, dove restano gli antichi occupanti, che vengono però annientati dalle imposizioni fiscali.
Sotto il regno di Genserico gli Africani romanizzati conservano i loro costumi e le loro tradizioni, tanto nella vita privata che in quella pubblica. Gli stessi Vandali vengono poco a poco romanizzati tramite l’adozione dei costumi romani e per mezzo dei matrimoni, soprattutto dopo la morte di Genserico nel 477. Nonostante i Vandali riescano a resistere ai tentativi degli imperatori d’Oriente e d’Occidente di riprendersi il nord-Africa, hanno maggiori difficoltà a rintuzzare le rivolte dei berberi, le cui tribù si ribellano mettendo a ferro e fuoco le città e le campagne.