Il periodo punico

Con la progressiva crisi dei commerci fenici sotto la pressione tributaria dei Babilonesi e la caduta di Tiro nel 572 a.C., la colonia fenicia di Cartagine divenne una città autonoma; impose la sua politica espansionistica nel Mediterraneo occidentale e divenne capitale di un vasto territorio, compreso tra l’Africa del Nord, la Spagna e le principali isole del Mediterraneo (come Malta, Sicilia occidentale e Sardegna). Per la supremazia nel Mediterraneo occidentale la città africana dovette opporsi, attraverso continue guerre, prima (V-IV s. a.C.) alle città greche della Sicilia orientale, in seguito a Roma (III-II s. a.C.), fino a quando fu distrutta da parte di quest’ultima nel 146 a.C.

Nel corso di questi conflitti il Cap Bon rappresentò per Cartagine un’importante linea di difesa; esso, come la maggior parte delle terre fertili dell’attuale Tunisia (l’Alto Tell occidentale, la bassa valle della Mejerda, il Sahel settentrionale), apparteneva al territorio di Cartagine e della sua aristrocrazia. La regione del Cap Bon fu compresa in questo territorio già dall’epoca dei Magonidi, come indicano ritrovamenti archeologici databili al VI s. a.C. nella città di Kerkouane e nelle sue necropoli, sebbene le testimonianze più numerose si registrano dal V s. a.C., sia per i centri urbani sia per le aree funerarie.

La prosperità di questa penisola è testimoniata dalle fonti classiche mentre narrano lo svolgimento di spedizioni contro Cartagine, come quella di Agatocle, tiranno di Siracusa (310-308 a.C.). Lo sbarco di quest’ultimo presso le cave di El Haouaria offre l’occasione allo storico greco Diodoro Siculo (I s. a.C.) di descrivere la prosperità della regione, ricca di fattorie, vigneti, oliveti, frutteti e distese destinate all’allevamento (di bovini, montoni e cavalli).

Le caratteristiche della penisola e la ricchezza delle sue risorse naturali favorirono l’installazione di centri costieri, tra i quali è ben documentata Kérkouane; altri invece sono assai meno noti a causa della sovrapposizione della successiva fase romana (come Kélibia/Aspis/Clupea, Nabeul/Neapolis).

Le attività economiche si svilupparono in stretto rapporto con le esigenze di Cartagine. Oltre alle attività agricole favorite dalla fertilità della regione, presso le città costiere ebbero un notevole sviluppo lo sfruttamento delle risorse marine e il commercio (come a Kerkouane).

Il Cap Bon, con le cave di arenaria situate tra El Haouaria e Missua/Sidi Daoud, assicurò a Cartagine anche l’approvvigionamento di materiale da costruzione.

A una serie di fortificazioni installate sulle coste della penisola (come Ras Fortass, Ras el-Drek e Kélibia) e nell’isola di Zembra (l’antica Aegimure) venne affidata la difesa costiera di una regione così importante per Cartagine e assai vicina alla Sicilia al fine di ostacolare peraltro il passaggio verso il golfo della metropoli punica.

L’ampia diffusione della cultura punica nel Cap Bon è documentata in ambito religioso, nelle iscrizioni, nelle diverse espressioni dell’artigianato artistico, nell’architettura funeraria e nei corredi.

Le necropoli di questo territorio (come Arg el Ghazouani, Menzel Temime, Mansourah) sono costituite in prevalenza da sepolture ipogee a pianta tripartita (pozzo d’accesso con scala, dromos e camera funeraria), scavate negli affioramenti rocciosi; si trovano per lo più sulle colline in prossimità della costa, in posizione distinta rispetto al relativo abitato e talvolta in aree rurali.

Queste sepolture, per le caratteristiche strutturali, riflettono l’appartenenza all’orbita culturale di Cartagine, ma al contempo rivelano anche dei legami con i complessi funerari ipogei della tradizione indigena, le haouanet.