Gli Hilaliani

Gli Ziridi, si mostrarono leali verso i Fatimidi, dai quali avevano ricevuto il potere sull’Ifriqiya, fino a quando il sovrano zirite al-Mu’izz ben Badis non fece atto di vassallaggio verso gli Abbassidi di Baghdâd. Questa decisione provocò la reazione dei Fatimidi che tra il 1050 e il 1052 spinsero (anche allo scopo di liberarsene) un gruppo di tribù ribelli, i nomadi arabi Banu Hilal, a impossessarsi dell’Ifriqiya.

Gli Hilaliani si impadronirono progressivamente del territorio. La città di Kairouan, saccheggiata e distrutta, perse per sempre il suo ruolo di capitale; i suoi abitanti furono costretti ad allontanarsi, compreso al-Mu’izz, che si rifugiò a Mahdia. Nelle campagne vi fu un ritorno all’economia pastorale. La connotazione fortemente negativa degli Hilaliani dipende dalla testimonianza di storiografi appartenenti a un ambito culturale urbano, opposto e avverso a quello dei beduini, descritti come saccheggiatori e devastatori.

Alcune città, come Tunisi, Sfax, Gafsa, riuscirono a resistere e si consegnarono a capi tribù berberi o arabi ricevendone in cambio protezione; furono governate da dinastie autonome, come i Banu Malil (Sfax) e i Banu al-Rand (Gafsa). Mahdia restò sotto il potere degli Ziridi fino alla metà del XII secolo. Tunisi fu retta dai Banu Khuasan per circa un secolo e conobbe una certa tranquillità: si arricchì infatti degli apporti di emigrati provenienti da Kairouan e dalle città costiere dopo l’occupazione normanna nella prima metà del XII secolo. Non solo la città fu protetta, ma aumentò la popolazione dei sobborghi e gli ebrei poterono stabilirsi all’interno delle mura. Questi emiri costruirono un palazzo e una moschea a sud-est della Zaytouna.

Intanto durante l’XI secolo l’Occidente apparve minaccioso. I Normanni rappresentavano l’elemento europeo più pericoloso per l’Ifriqiya, in quanto ambivano a creare un vasto impero comprendente anche questo territorio. Essi attaccarono la costa orientale della Tunisia, di cui poi s’impadronirono fino alla cacciata da parte degli Almohadi nel 1159.

Dopo i Fatimidi e gli Ziridi, furono gli Almoravidi e poi gli Almohadi, dinastie berbere originarie del sud del Marocco, che cercarono di realizzare l’unità del Maghreb, impossessandosi di questo territorio e di Al-Andalus. Agli Almohaidi toccò inoltre un ruolo decisivo sulla fine del potere degli Hilaliani.

A causa dell’invasione hilaliana l’Ifriqiyia subì pesanti conseguenze sul piano politico: perdendo la propria unità, essa piombò nell’anarchia. Inoltre i tributi che le autorità locali dovevano versare agli Hilaliani per vedere garantite sicurezza e rifornimenti, la perdita del controllo degli assi stradali e carovanieri, i saccheggi, i danni a terre e coltivazioni ad opera degli invasori indebolirono gravemente l’economia del paese.

Sensibili e importanti cambiamenti si ebbero anche dal punto di vista etnico e linguistico: gli Hilaliani infatti contribuirono in modo determinante alla diffusione dell’arabo nelle campagne e favorirono una forte coesione etnica e culturale.